Filippo Podeschi

Nasce a Parigi nel 1956. Compie gli studi scolastici a Marsiglia, dalla quale si trasferisce in Italia nel 1974. Diplomato in informatica. Da sempre interessato al disegno ed a varie tecniche pittoriche (gouache, olio, pastello...) realizza soggettivi figurativi ed astratti per proprio diletto. Solo intorno al 2000 si avvicina al vetro come supporto e mezzo creativo. Da prima con la tecnica tiffany, poi con la tecnica tradizionale del piombo. Continuando in quella ricerca, incontra due maestri dell'arte vetraria, dai quali imparerà i rudimenti dell'antica arte delle vetrate. Da allora, molti progressi sono stati compiuti senza però interrompere una ricerca personale nell'introdurre nuovi elementi in quest'antica arte. Il suo intento è di far entrare nelle case dei suoi stimatori un arte una volta destinata soltanto alla Chiesa, ai nobili ed ai borghesi. Per mezzo delle sue opere retroilluminate ognuno potrà meditare su temi sacri o fantasticare su temi più profani. Alcune opere si prestano ad essere inserite al posto di semplici vetri trasparenti già esistenti in porte, finestre, nicchie.... "Un'arte che ci fa credere in un ritorno alla pittura, nel suo caso utilizzando la luminosità del vetro, non più vista come dualismo informale figurativo, né recupero consumistico, o rinuncia concettuale, ma come decisa presa di coscienza, del valore del bello, cui rivolgere ossequiosa attenzione. Un'arte quella di Filippo Podeschi che è letta dall'occhio ma ancor più propriamente rivolta a stimolare la mente, che affascina il cuore ma ancor più l'intelletto."


MATERNITÀ

tiffany

cm 50 x 70

2005

Nella creazione, ritroviamo alcune forme caratteristiche della maternità, come l'ovale. L'uovo era una cellula, così come lo era l'ovulo prima di essere fecondato. Una corrispondenza tra uovo e feto, è riscontrabile nel cordone ombelicale - nell'uomo, e nel filamento (calaze) nell'uovo: nell'opera è raffigurato dal tratto nero che la attraversa da un capo all'altro. I colori utilizzati sono caratteristici dei quattro elementi che ci circondano e che hanno sempre accompagnato l'Uomo da quando è nato: l'aria, l'acqua, la terra ed il fuoco. Tutti elementi indispensabile per la vita, così come noi la conosciamo. La parte centrale dell'opera, delimitata in un'area circolare, rappresenta il DNA dell'uomo (non nella forma, ma nella sua essenza) che da lì a poco nascerà. Ha una superficie riflettente, ma non integralmente, a evidenziare che l'eredità trasmessa alla cellula non è totalmente visibile, e che quindi una parte di questa eredità è lasciata in un certo qual modo al libero arbitrio. Il verde - dell'elemento Terra - per analogia rappresenta la parte più materiale dell'universo che ci è concesso conoscere direttamente , ma anche la matrice nella quale si plasma "l'uovo", come a voler significare che la Terra è nostra Madre (inteso quale umanità). Il blu è ovviamente l'elemento acqua, l'azzuro l'aria, ed il rosso il fuoco inteso come "calore" del Sole indispensabile alla vita. Il rosa è invece il colore del femminile e quindi la maternità stessa.


EMOGLOBINA

tiffany

cm 50 x 50

2005

Fa parte di una quadrilogia (assieme a Dualità terrestre; Moon Flower; equilibrio geometrico) che hanno in comune l'angolo sinistro inferiore e i due lati collegati a quet'ultimo.


UNIONE

tiffany e grisaglia

cm 50 x 70 ca.

2005

Originariamente, questa opera doveva chiamarsi Eucaristia. Durante la creazione del bozzetto e del progetto in scala, si chiamava ancora così, ma man mano andavo avanti col disegno, più prendeva forma il concetto intrinseco nell'opera. E così, da Eucaristia, si passò a Comunione. Ma, comunione risultò essere a sua volta ancora troppo riduttivo nella fase di realizzazione dell'opera. I simboli derivanti dal disegno erano già chiari, ma non avevo tenuto conto di quelli risultanti dalle sensazioni trasmesse dal vetro! Ed è così che altri simbolismi presero vita durante il taglio del vetro: per esempio, la Croce si "sporcò" di un sangue che di umano aveva ben poco. La trasparenza e le macchie che si venivano a delineare poco a poco, simboleggiavano la parte divina del Cristo. Così come altre "chiazze" di rosso intenso stavano ad indicare il sangue del Cristo Uomo, molto più materico - in contrapposizione con il precedente. La parte opalescente della Croce, in opposizione con quella trasparente appena accennata, sta ad indicare che lo strumento di morte era tangibile, solido, ma che era anche un mezzo Divino scelto ancora prima della venuta di Gesù. La dualità della Croce è - così - ben evidenziata, ma diventa anche un tramite, come vedremo più avanti. Il calice: dal calice "nasce" il corpo di Cristo. Notare come il bianco utilizzato è trasparente e non opalescente, proprio per evidenziare la purezza di questa nascita. L'altra eucaristia (bianca anch'essa) non ha la stessa purezza proprio in virtù del fatto che non può esserlo finché non si raggiungerà quello stato di beatitudine necessario per conquistare il Sacro Cuore di Cristo. Il cerchio più grande (l'"Uno"), quello rosa e bianco, per intenderci, è la parte più Divina: l'essenza! Ogni sfumatura rappresenta un divenire dell'essenza. Nasce da uno stesso punto, ma si dirama come un turbine e si perde nel resto dell'opera. L'essenza Divina rimane tale (impalpabile, ma sempre presente in ogni cosa e luogo del creato) finché non si unisce con altre energie che la rendono più pesante e più corporea, ma maggiormente visibile e accessibile alla mente umana. La croce è toccata da tutte le eucaristie rappresentate, sia dalla più pura - per marcarne la provenienza, sia dalla meno cristallina - per dimostrare che tutte le volte che comuniano siamo ad un passo ma non al traguardo, sia ancora dall'"Uno" - che la copre maggiormente come a rafforzare che il sacrificio è e rimane un dono Divino. Il carattere mistico dell'Opera va oltre queste semplici parole e richiede un'attenta meditazione dell'opera per interiorizzarne tutte le sfumature spirituali: il miglior modo di pervenirvi, è... lasciarsi permeare dall'essenza Divina.


PREGHIERA

piombo e grisaglia

cm 50 x 50 ca.

2005

Tema molto spirituale quello della preghiera sviluppato in questo quadro retroilluminato. Si possono notare alcune figure - la colomba all'estrema destra e l'entità dietro all'individuo in preghiera che sono presenti ma invisibili ai nostri occhi. La colomba, rappresenta ovviamente lo spirito santo, e sta manifestando la sua presenza attraverso le scritture che il soggetto sta leggendo, o sulle quali sta meditando. L'entità, potrà essere interpretata come: anima, angelo custode, maestro interiore e così via secondo il nostro credo e la nostra evoluzione spirituale.


DONNA CON FRUTTA

piombo e grisaglia

cm 67 x 112

2005

Stile Liberty, ispirato a Muchà. Soggetto evidenziante la grazia femminile senza appesantirne i tratti. Complementi molto elaborati. Bracciale sovrapposto realizzato in finto piombo dorato. Pensato e realizzato per la porta di una sala da pranzo. Opera di proprietà.

Filippo Podeschi
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